IL NUOVO BLOG CHE TI INSEGNA A VOLARE CON LA FANTASIA...


il ventaglio di pagine


CARLO RUTA - FIRMA LA PETIZIONE!
.............................................................................

Io mi girai e vidi un arcobaleno che non andava e non veniva, che semplicemente stava , facendo ponti per i mondi, facendo ponti per i sogni.


.............................................................................
...tutto è ancora da fare, da sognare, da lottare...

domenica 5 ottobre 2008

FIABE E CANZONI

You with the sad eyes
tu che hai gli occhi tristi...

Don't be discouraged
non ti scorraggiare

Oh I realize, it's hard to take courage
lo capisco, è difficile farsi coraggio...

in a world full of people, you can lose sight of it all
In un mondo così pieno di gente, puoi perderti di vista

And the darkness there inside you can make you feel so small
e l'oscurità che hai dentro può farti sentire piccolo....


La storia dei colori
Ottobre 1994

Il vecchio Antonio indica una guacamaya che attraversa il cielo della sera. “Guarda” dice. Io guardo l’ardente raggio di colori sullo sfondo grigio di una pioggia in arrivo. “Sembra assurdo, tanti colori per un solo uccello” dico raggiungendo la cima della collina. Il vecchio Antonio si siede su un piccolo pendio libero dal fango che ha invaso la strada principale. Riprende fiato mentre si arrotola un sigaro nuovo. Io mi accorgo, pochi passi dopo, che si è fermato. Torno indietro e mi siedo accanto a lui. “Crede che riusciremo ad arrivare al villaggio prima che piova?” gli chiedo accendendomi la pipa. Il vecchio Antonio sembra non ascoltare. Adesso è uno stormo di tucani a distrarre il suo sguardo. Nella sua mano il sigaro attende il fuoco per tracciare i lenti disegni del fumo. Si schiarisce la voce, accende il sigaro e si mette comodo, come può, per iniziare lentamente…

La storia dei colori

La guacamaya non era così un tempo. Quasi non aveva colore. Era tutta grigia. Le sue piume erano mozze e spesse, come quelle di una gallina bagnata. Era uno dei tanti uccelli che chissà come erano venuti al mondo, perché gli dèi non sapevano né chi né come avesse creato gli uccelli. Ed era fatto a quel modo. Gli dèi si risvegliarono dopo che la notte aveva detto al giorno “Adesso basta”, mentre gli uomini e le donne dormivano o facevano l’amore, che è un bel modo di stancarsi per poi addormentarsi ancora.

And I see your true colors shining through
e io vedo i tuoi veri colori risplendere

That's why I love you
questo perchè ti voglio bene

So don't be afraid to let them show
non avere paura di mostrarli

Your true colors true colors are beautiful, Like a rainbow
i tuoi veri colori...veri colori sono bellissimi, come un arcobaleno

Gli dèi litigavano, litigavano sempre questi dèi, che erano davvero litigiosi, non come i primi, i sette dèi che avevano creato il mondo, i primissimi. Gli dèi litigavano perché il mondo era molto noioso, con soltanto due colori a dipingerlo. E gli dèi erano in collera di certo perché solo due colori si alternavano nel mondo: uno era il nero che emanava la notte, l’altro il bianco che percorreva il giorno, ed il terzo non era un vero colore, era il grigio che dipingeva le sere e i mattini per ammorbidire l’urto tra il nero e il bianco.
Questi dèi erano sì litigiosi, ma erano anche saggi, e in una riunione decisero di fare qualche colore in più, per rendere più allegro il cammino e i momenti d’amore degli uomini e delle donne pipistrello.
Uno degli dèi si mise a camminare per pensare meglio il suo pensiero, e tanto pensava che non guardò la strada e inciampò su una pietra molto grande, sbatté la testa e gli uscì del sangue. E il dio, dopo essersi lamentato un bel po’, guardò il suo sangue e si accorse che era di un altro colore rispetto agli altri due che c’erano, e raggiunse di corsa gli altri per mostrare loro il nuovo colore che chiamarono “rosso”, il terzo che era venuto al mondo.

Show me a smile then, Don't be unhappy,
mostrami un sorriso, non essere infelice

can't remember when I last saw you laugh
non riesco a ricordare l'ultima volta in cui ti ho visto sorridere

If this world makes you crazy
e se questo mondo ti fa impazzire,

And you've taken all you can bear
e hai sopportato fin troppo

You call me up Because you know I'll be there
puoi chiamarmi, perchè sono qui...

In seguito, un altro dio era alla ricerca di un colore con cui dipingere la speranza. Lo trovò dopo un bel po’ e corse a mostrarlo nell’assemblea a tutti gli altri dèi, che lo chiamarono “verde”, e fu così il quarto. Un altro ancora comincio a grattare la terra in profondità. “Che cosa stai facendo?” gli chiesero gli altri dèi. “Cerco il cuore della terra” rispose mentre lanciava la terra da tutte le parti. Ben presto trovò il cuore della terra, lo mostrò agli altri dèi ed essi chiamarono “marrone” questo quinto colore.
Un altro dio andò più in alto che poté. “Vado a vedere di che colore è il mondo” disse arrampicandosi fino lassù in cima. Quando arrivò ben in alto, guardò in basso e vide il colore del mondo. Si abbassò più che poté, inciampando ogni poco, e giunse al luogo dell’assemblea degli dèi e disse loro: “Nei miei occhi vi porto il colore del mondo” e chiamarono “azzurro” il sesto colore.
Un altro dio cercava colori quando sentì ridere un bambino, si avvicinò piano piano e, approfittando di un momento di distrazione, rubò la risata al bambino e lo lasciò in lacrime. Per questo i bambini un momento ridono e il momento dopo piangono. Il dio si portò via la risata del bambino e chiamarono “giallo” questo settimo colore.
A questo punto gli dèi erano ormai stanchi, andarono a bersi dei pozol e si addormentarono lasciando i colori in una scatolina.

And I see your true colors shining
vedo i tuoi veri colori risplendere

See your true colors that's why I love you
vedo i tuoi veri colori perchè ti voglio bene

So don't be afraid to let them show your true colors
quindi non avere paura di mostrarmi i tuoi veri colori

True colors are beautiful, Like a rainbow
i veri colori sono bellissimi, come un arcobaleno

La scatolina non era chiusa bene e i colori uscirono e cominciarono a giocare e a fare l’amore, e così nacquero nuovi e differenti colori. La seiba assistette a tutto questo e li riparò perché la pioggia non li cancellasse, e quando ritornarono gli dèi i colori non erano sette, ma molti di più, e così guardarono la seiba e dissero: “Tu hai partorito i colori, ti prenderai cura del mondo e dalla tua cima lo coloreremo”.
Salirono allora sulla cima della seiba e da lì cominciarono a lanciare giù i colori a caso: l’azzurro si fermò un po’ nell’acqua e un po’ nel cielo, il verde cadde in terra, il giallo-che era la risata del bambino-volò in alto fino a dipingere il Sole, il rosso entrò nella bocca degli uomini e degli animali, che lo inghiottirono e se la colorarono di rosso, mentre il nero e il bianco esistevano già.
Lanciandoli senza neppure guardare dove andavano a finire, gli dèi fecero una bella confusione, tanto che alcuni colori spruzzarono anche gli uomini, e per questo ci sono uomini di diverso colore e di diversa opinione.
Ma, alla fine, gli dèi si stancarono e se tornarono a dormire. Questi dèi, che non erano i primi, i creatori del mondo, volevano soltanto dormire. E allora, per non dimenticarsi dei colori e per evitare di perderli, cercarono un altro modo per metterli al sicuro. Stavano pensando nel loro cuore come potevano fare, quando videro la guacamaya, l’acchiapparono e cominciarono a metterle addosso tutti i colori, e le allungarono le piume affinché li contenesse tutti. E fu così che la guacamaya acquistò i colori, e se li porta ancora in giro, per ricordare a tutti gli uomini e le donne che sono tanti i colori e i pensieri, e che il mondo sarà felice se tutti i colori e tutti i pensieri avranno un posto dove stare.


Subcomandante Marcos
Da “Racconti per una solitudine insonne” (
www.capitanoultimo.it)


canzone: True colors (Phil Collins)

IL NOSTRO ESERCITO INVINCIBILE,
I NOSTRI SPLENDIDI EROI DI TUTTI I GIORNI, I NOSTRI GUERRIERI COLORATI CHE OGNI MATTINA VESTITI DI MILLE COLORI OCCUPANO LE AULE, LE STRADE, LE PERIFERIE, I CORTILI DI QUESTA NOSTRA ITALIA,

I NOSTRI FIGLI E I NOSTRI FRATELLI, CHE SONO I NOSTRI SOGNI DI SEMPRE, SEMPRE UGUALI E SEMPRE DIVERSI.
LE NOSTRE PAURE E LE NOSTRE SPERANZE,
I NOSTRI MILLE DUBBI E LE NOSTRE CERTEZZE.

COME LE GOCCE DELLA PIOGGIA DANZIAMO SULLA VOSTRA ARROGANZA E DIVENTIAMO FIUMI DI GIUSTIZIA, TORRENTI IMPETUOSI DI RIVOLTA AI VOSTRI CRIMINI, ALLA VOSTRA INDIFFERENZA COMPLICE, ALLA VOSTRA AMBIGUITA' CONSAPEVOLE.

NOI SIAMO I VOSTRI FIGLI, I VOSTRI FRATELLI, I VOSTRI MIGLIORI AMICI, E SIAMO UNA MOLTITUDINE, UN' ECO SENZA FINE DI SUSSURRI E DI SGUARDI CHE NON FINISCONO.

NON FINISCONO NELLA POLVERE DELLE MACERIE,
NON FINISCONO NEL DOLORE DELLA TORTURA,
NON FINISCONO NELLA VIOLENZA DEL RICATTO,
NON FINISCONO NELLA VILTA' DI CHI ABUSA.

ED E' UN ESERCITO INVINCIBILE, PERCHE' SIAMO I VOSTRI SOGNI PERDUTI, LA VOSTRA UMANITA' SVENDUTA, LA VOSTRA DOLCEZZA RIMOSSA, LA DIGNITA' CHE AVETE TRADITO.

gruppo capitano ultimo